Dopo anni vissuti in UK per motivi di lavoro decisi di intraprendere la strada per ottenere la cittadinanza britannica.
Un giorno mi recai nell’uggioso Citizen Advice Bureau di Woking per chiedere lumi: mi chiesero perché mai volessi diventare cittadino britannico dato che essendo già cittadino EU non serviva a nulla (parole loro).
Per spiazzarli e nascondere i miei sentimenti verso la loro risposta non del tutto intelligente dissi che volevo la cittadinanza per entrare in politica.
Mi diedero delle informazioni errate e stamparono qualche pagina presa dal sito internet del Home Office….pazzesco!
Per fortuna gli uffici pubblici non sono tutti così e riuscii ad ottenere le informazioni che mi necessitavano chiedendo in posti meno ”sfigati”.
Mi sono sempre chiesto quanti italiani applichino ogni anno per diventare cittadini UK e grazie al sito del Home Office ho trovato la risposta.
Solo nel 2012 sono diventati britannici ben 556 italiani: 259 in più che nell’anno precedente.
Se siete curiosi potete cliccare su grafico per ingrandirlo. Dal 1990 al 2012 ben 6215 cittadini italiani hanno fatto la mia stessa scelta: rappresentiamo solo il 2% dei richiedenti europei.
Avevano ragione quelli dell’uggioso ufficio di Woking? Non direi…uno dei vantaggi (tra i tanti) è quello di poter vedere Cameron e Farage in televisione quando parlano degli ”immigrati” e pensare..”si si…immigrato un ca..volo”.
Cifre decisamente interessanti (visto e considerato che i costi relativi alla richiesta di cittadinanza non sono poi cosí bassi) ma che alla fine non stupiscono piú di tanto. Dopo dieci anni mi sono finalmente scocciata delle lungaggini e delle ipercomplicazioni all’italiana ( l’ultima in ordine di tempo: per registrare la nascita di mio figlio all’ AIRE a Londra mi hanno chiesto pure la traduzione del certificato dall’inglese all’italiano!) e mi sono decisa anche io.
Tra qualche giorno parteciperó alla cerimonia di naturalizzazione e via.
Articolo molto interessante! Specialmente il dato del 2012 che e’ praticamente il doppio del trend degli utlimi dieci anni (che il linea di massima e’ pressoche’ stabile). Penso che sia un dato molto rappresentativo per molte considerazioni – sono curioso di vedere i dati relativi al 2013… Per caso sai se esiste una fonte di dati simile per gli italiani che cambiano residenza dall’Italia all’Inghilterra (senza cambiare cittadinanza)? Potrebbe essere un dato interesante in congiunzione ha quello che hai presentato qui… Inoltre, pensi che cambiare residenza abbia notevoli vantaggi?
Grazie e ciao
Alessandro
Buongiorno,
i dati per il 2013 non sono ancora disponibili dato che l’anno non è ancora finito ma terrò sott’occhio il sito https://www.gov.uk/government/collections/migration-statistics ed appena pronti li pubblicherò.
Penso che l’ISTAT possa fornire qualche dato ma non credo che sulla residenza siano molto attendibili: non tutte le persone che si trasferiscono all’estero si registrano alla famigerata AIRE presso i consolati (io l’ho fatto dopo 6 anni).
Addirittura con la cessazione dell’obbligo di comunicare allo stato italiano l’acquisto di una cittadinanza non ci sono neppure statalistiche attendibili su questo dato.
Cambiare residenza ha dei vantaggi? Direi non troppi…anzi…però vista la caccia alle streghe fiscale che si sta creando è ben far capire allo stato che non ci si trova più lì.
Questa burocratizzazione della residenza è una cosa tutta italiana: se un cittadino britannico se ne va all’estero non deve dirlo a nessuno e tanto meno registrarsi al consolato.
Grazie e saluti,
Marco.